“E’ giusto navigare con la speranza e con il coraggio, ma è ancora meglio navigare con la conoscenza.”

Se ben ricordi il 20 luglio scorso, su uno dei miei articoli che si intitolava “Crea il tempo per fare ciò che ami“, ho dedicato la foto di copertina alla mia piccola amica Marta che, dopo aver perseverato nel suo obiettivo, dopo anni di studio e sacrifici, è riuscita a salire a bordo della nave scuola Palinuro.

Ma l’obiettivo primario era quello di salire a bordo della nave più bella che esistesse al mondo ovvero l’Amerigo Vespucci.

Ebbene si, la piccola Marta proprio oggi salirà a bordo dell’Amerigo Vespucci, essendo una dei 100 allievi che partecipano alla campagna addestramento del 2018, partendo da Napoli verso Trieste con arrivo previsto il 9 ottobre c.m.

Oggi ho voluto dedicare a Marta e scrivere dell’Amerigo Vespucci, sempre non per caso, ma su fatti reali, ed insieme approfondire qualche info su questa meravigliosa nave scuola della Marina militare italiana e sul tema della formazione.

Domenica mattina, tra i giornali che abitualmente leggo tra cui La Stampa, il Corriere della Sera e il Resto del Carlino (vivendo ormai in Romagna) leggo un trafiletto in alto: “Fascino senza fine” e rimango folgorato dalla bellezza della nave e da questa intervista fatta al Capitano di vascello Roberto Recchia, Comandante in carica dell’Amerigo Vespucci.

La nave, varata il 22 febbraio del 1931, ha 87 anni di vita ed è lunga 101 Metri, il dislocamento a pieno carico è di 4.100 tonnellate e la sua velocità media è di 19 km/h (dieci nodi) con equipaggio formato da 364 persone, tra cui 15 Ufficiali, 64 sottufficiali, 185 marinai e 100 allievi ed ha 24 vele con una copertura velica di 2.650 metri quadrati e 34 chilometri di cime.

Che spettacolo e che numeri da incastonare nel cervello e da condividere con tutti.

Il suo motto: “NON CHI comincia ma quel che persevera!

E qui il comandante Recchia ci illumina sul fatto che la frase è attribuita a Leonardo Da Vinci. Si dice che sia stato coniato in risposta al motto “chi ben comincia è a metà dell’opera” per sottolineare che non è importante cominciare un’esperienza, ma è di fondamentale importanza perseverare e portare a termine i propri obiettivi. Quel motto dà la giusta motivazione agli allievi per lottare.

Bellissimo vero? Qui scatterebbe immediatamente una bella riflessione per ognuno di noi per ispirarci sempre a fare bene.

Ad un certo punto dell’intervista il giornalista chiede al capitano:

La Vespucci è altra cosa rispetto alle navi sulle quali i militari si trovano poi a operare. Perché la scelta di “formazione” a bordo di un veliero?

La tradizione e la cultura marinaresca che ogni cadetto interiorizza nell’addestramento diventa un bagaglio di esperienza. E’ l’antica arte dell’andare per mare. Come si è fatto sin dal 1931, si determina la posizione della nave osservando il sole e le stelle con sestante o attraverso i rilevamenti ottici di punti cospicui sulla costa. Il continuo confronto tra tradizione e innovazione consente ai futuri ufficiali di acquisire consapevolezza e sicurezza.

Stupendo l’ultimo passaggio:

“Il continuo confronto tra tradizione e innovazione consente ai futuri ufficiali di acquisire consapevolezza e sicurezza.”

Ed è vero!

Il mio parere è che bisogna tornare ad investire in formazione, promuovendola a tutti i livelli perché solo così potremo realmente acquisire ognuno di noi, attraverso lo studio e l’esperienza, una fisionomia culturale o morale e specifiche competenze legate alla formazione intellettuale e professionale, per creare valore personale, nelle aziende e non e per lasciare un mondo migliore ai nostri figli e alle future generazioni.

E come disse Plutarco:

“E’ necessario navigare, non è necessario vivere.”