L’altro ieri mentre ero in Sicilia, come da tradizione vado a fare colazione con il mio caro Claudio, mio fantastico socio.

Nel tragitto verso il bar, mi chiede un attimo di pazienza perché deve fermarsi a fare gasolio.

Mentre aspetto, guardo il monitor della sua auto che dice:

Il serbatoio è quasi vuoto. Navigare verso il distributore più vicino? Si-No .

In una frazione di secondo con la mia mente ritorno nel 1982 (se non ricordo male), quando con tre miei cari compagni di scuola siamo andati a fare benzina in un distributore vicino al porto di Riposto, detto anche Porto dell’Etna o Marina di Riposto, diventato una moderna e complessa struttura portuale composta di un porto turistico e di un porto commerciale e da pesca, di seguito il link con un bel filmato se ti fa piacere vederlo:

 

L’auto del mio compagno Carmelo, era una Fiat 128 Verde 4 porte del 1979, storica, ed eravamo quasi a zero di benzina.

Carmelo si rivolge a noi e dice:

Carusi (Ragazzi) dobbiamo fare benzina, ma ho solo 400 lire, mi potete prestare qualche lira?

La nostra risposta con faccia rossa e preoccupata è stata:  io ho solo 200 lire e Pietro 300, come facciamo? (un litro costava 900 Lire).

Carmelo disse: “tranquilli, datemi i soldi che ci penso io.”

Con faccia girata verso di me e la sua mano sinistra che copriva il suo viso disse al benzinaio: Per piacere 900 Lire di benzina.

Evvai, con 1 litro di benzina a bordo siamo ripartiti, vergognatissimi, ma felici, perché potevamo ritornare a casa tranquillamente, per la precisione a Giarre (1 Km).

Torniamo ad oggi e mi ricollego all’articolo di Luigi de Seneen che avevo letto a inizio settimana e che condivido con piacere https://www.linkedin.com/pulse/un-buco-formativo-luigi-de-seneen/

Quella del venditore è una “non professione”.

De Seneen scrive che se ci riflettiamo un attimo, non esiste in Italia, nessun percorso formativo che formi alla vendita.

In realtà il problema è ancora più a monte. E’culturale.

La professione del venditore non è nemmeno annoverata tra le opzioni di carriere proposte ad un qualsiasi giovane in cerca di orientamento al proprio futuro lavorativo.

Si diventa commerciali per esclusione. Quando tutte le chance sono state provate e non hanno dato luogo a nulla di stabile e soddisfacente.

Siccome è un tema a me molto caro, ho inoltrato a qualche caro amico il Link per mettere in moto qualche riflessione per approfondire, e tra questi il mio amico Isidoro Bonarrigo, che ringrazio per la estrema difesa per questa grande categoria, che mi ha scritto:

“Non sono d’accordo, la professione esiste si chiama agente di commercio, c’è pure una categoria fiscale, un istituto previdenziale. Il problema è di chi si approccia a questa professione, come tante professioni, e viene banalizzata da chi dice di fare l’agente, senza pensare che forse sta intraprendendo una professione dove la formazione è una costante.”

Il mio umile pensiero è il seguente:

la verità è che tutti siamo dei venditori e lo diventiamo nell’attimo in cui decidiamo di entrare nel mondo del lavoro, in qualsiasi settore, anche se sei un medico, per citare un esempio.

A molte persone che ho incontrato ho sempre detto che “non vi è nulla che non viene venduto” e come scrive De Seneen, “la vendita è il motore propulsore dell’economia” e nella storia è stato il motivo che ha spinto l’uomo a viaggiare, ad aprire relazioni ad inventare e così via.

Oggi però questa rivoluzione epocale del mercato ha cambiato le regole del gioco del venditore.

Puoi essere il più bravo venditore del mondo, il più preparato, il più formato, il più informato, il più simpatico, il più educato, il più tecnologico, ma oggi “non si vende più un prodotto, ma l’idea”.

Un’idea unita ad una storia vera, solo in questo modo potrai diventare un buon venditore per rendere felici gli altri ed essere felice.

Quando in autostrada sulla Reggio Calabria verso Milano, Golf GTD 1600, era il 1988 e ad un tratto di colpo vedevo la lancetta della benzina sul rosso e non sapevo a quanti Km era il prossimo rifornimento, mi scattava un’ansia pazzesca, la paura e la preoccupazione di restare per strada.

Con un’idea eccellente invece, vedi per es. la dicitura sul display dell’auto di Claudio, puoi migliorare la vita delle persone e farle stare bene.