La scorsa settimana ho ricevuto una telefonata da un caro amico. Era alle prese con una trattativa per una nuova proposta di lavoro e mi ha chiesto alcuni chiarimenti sul tema del TFR.

Come sempre, ho risposto con delicatezza e attenzione, ma prima ancora ho sentito il bisogno di confrontarmi con una persona che per me è molto più di una collega: la mia cara amica e sorella in Cristo, la Dottoressa Vera Blancato di Giarre.

Vera è una consulente del lavoro di grande esperienza, una professionista che da anni porta luce e competenza in un settore tanto cruciale quanto, spesso, poco compreso.
Con la sua consueta generosità, mi ha donato spunti preziosi, aiutandomi a vedere con più chiarezza un tema che tocca profondamente la vita di molti lavoratori.

Dopo un confronto profondo con lei e incoraggiato dalla sua risposta – “Trovo che sia giusto affrontare temi a 360 gradi” – ho deciso di scrivere questo articolo.
Lo faccio con l’intento di fare luce, offrire strumenti e accendere quella scintilla di consapevolezza che può fare la differenza.

Il TFR è un patto silenzioso. Ma non deve restare oscuro.

Ogni mese lavoriamo, costruiamo, ci impegniamo.
E una parte di quel lavoro viene messa da parte, non subito riconosciuta, ma destinata al nostro futuro. Si chiama TFR – Trattamento di Fine Rapporto.

È una promessa. Un impegno. Una forma di riconoscenza posticipata.

Ma cosa succede se quell’impegno non viene rispettato?
Cosa accade se l’azienda attraversa una crisi o addirittura fallisce?

Essere consapevoli oggi ci protegge domani.
Perché il vero benessere nasce dalla conoscenza, anche nelle questioni pratiche della vita.

Cosa sta succedendo al TFR e come tutelarlo

Negli ultimi mesi è cambiato qualcosa di importante:
non è più possibile ricevere il TFR mensilmente in busta paga.
Lo Stato ha ristabilito il sistema originario:

🔹 Il TFR viene accantonato ogni mese dal datore di lavoro.
🔹 Sarà pagato solo alla fine del rapporto di lavoro.

A questo punto nasce una domanda cruciale:

Se l’azienda fallisce, perdo il mio TFR?
La risposta è no, ma è fondamentale sapere come agire.

Ecco alcuni punti chiave:

✅ Hai una tutela legale: se l’azienda fallisce, l’INPS può intervenire con il Fondo di Garanzia per corrisponderti il TFR e alcune mensilità arretrate.

✅ È un tuo diritto: il TFR è considerato un credito privilegiato in caso di fallimento aziendale. Significa che ha priorità nei pagamenti.

✅ Puoi proteggerlo meglio: puoi scegliere di versare il TFR in un fondo pensione complementare. In questo modo:

  • non resta nelle mani dell’azienda,

  • ha vantaggi fiscali,

  • può persino crescere nel tempo.

 

La consapevolezza è libertà

Il TFR non è solo una somma di denaro.
È un simbolo di valore: un frammento della nostra vita lavorativa trasformato in riconoscimento.

E ogni valore merita di essere tutelato con consapevolezza.

Chiediti:
Dove vanno oggi i miei sacrifici di domani?
Posso proteggerli meglio?
Sto affidando il mio futuro al caso… o alla conoscenza?

Ricorda: il tempo è tuo, e il frutto del tuo tempo merita rispetto e cura.

Massimo Creati

 

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