I miei Appunti
Cosa ci propone Gesù?
Sento spesso la domanda: “Chi è Gesù?
Credo che rispondere a questa domanda sia diversamente facile.
Forse è meglio un’altra domanda che sicuramente è più facile da comprendere e meditare:
Cosa ci propone Gesù?
Per una vita serena Gesù ci propone:
- Sincerità
- Amicizia
- Pace
- Perdono
- Amore
- Parresia
Gesù ci propone uno stile di vita che parla di sincerità, amicizia autentica, giustizia e amore.
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Il vero significato di Regno di Dio
“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo” (Mc 1,15).
Quante volte sentiamo parlare del Regno di Dio.
Ma cosa significa veramente? In cosa consiste questo Regno che è vicino, che ci è già accanto?
Il cuore del Regno di Dio è l’amore. È un regno spirituale, non visibile agli occhi, ma percepibile nel profondo dell’anima.
Ovunque si viva l’amore autentico, l’accoglienza, la misericordia e la giustizia, lì il Regno di Dio è presente.
È un regno che chiama alla conversione, non solo nel senso di un cambiamento di condotta, ma soprattutto come un’apertura radicale del cuore. È l’invito a lasciarsi guidare dall’amore di Dio e a partecipare attivamente alla sua missione di portare pace e salvezza al mondo.
Il Regno si manifesta ogni volta che decidiamo di amare, di perdonare, di costruire ponti invece di muri.
Certo, vedremo la sua perfezione solo quando il nostro corpo sarà vivificato e glorificato, ma già da ora possiamo assaporarne la bellezza. E per farlo, ci viene chiesto di aprire il cuore e accogliere questa presenza divina nella nostra vita quotidiana.
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Che cos’è l’Eucaristia?
Sabato scorso, mentre come di consueto io e il mio caro amico Marco ci spostavamo in auto per partecipare alla Santa Messa del mattino, gli ho fatto una domanda:
“Che cos’è l’Eucaristia per te?”
Dalla sua preziosa risposta mi è scattata l’idea di approfondire come sempre per imparare e focalizzare bene una volta per tutte il significato vero che ahimè in generale, nella vita normale di comunità, nessuno ci spiega.
Ho fatto uno studio sull’Eucaristia attingendo dal Catechismo della chiesa cattolica e di seguito riporto alcuni articoli (1374-1406-1413)
Eucaristia – PARTE SECONDA
LA CELEBRAZIONE DEL MISTERO CRISTIANO
1374 Il modo della presenza di Cristo sotto le specie eucaristiche è unico. Esso pone l’Eucaristia al di sopra di tutti i sacramenti e ne fa « quasi il coronamento della vita spirituale e il fine al quale tendono tutti i sacramenti ». 201 Nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l’anima e la divinità e, quindi, il Cristo tutto intero. 202 « Tale presenza si dice “reale” non per esclusione, quasi che le altre non siano “reali”, ma per antonomasia, perché è sostanziale, e in forza di essa Cristo, Dio e uomo, tutto intero si fa presente ». 203
(201) San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, III, q. 73, a. 3, c: Ed. Leon. 12, 140.
(202) Cf Concilio di Trento, Sess. 13a, Decretum de ss. Eucharistia, canone 1: DS 1651.
(203) Paolo VI, Lett. enc. Mysterium fidei: AAS 57 (1965) 764.
In sintesi
1406 Gesù dice: « Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno […]. Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna, […] dimora in me e io in lui » (Gv 6,51.54.56).
1413 Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera, reale e sostanziale, il suo Corpo e Sangue con la sua anima e divinità. 252
(252) Cf Concilio di Trento, Sess. 13a, Decretum de ss. Eucharistia, c. 3: DS 1640; Ibid., canone 1: DS 1651.
Quindi:
Che cos’è l’Eucaristia?
L’Eucaristia è la presenza del Cristo totale.
Ma dov’è scritto?
Nel catechismo della chiesa Cattolica. (ai numeri 1374-1406-1413):
“Si celebra l’Eucaristia, e in questa celebrazione dell’Eucaristia c’è l’ostia consacrata.”
Nell’ostia consacrata chi c’è?
C’è il Cristo totale!
Cosa si intende per Cristo totale?
Gesù uomo vivificato e Dio inscindibilmente legato a Lui.
Per cui quando riceviamo l’Eucaristia noi entriamo in comunione con Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.
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La soddisfazione nell’amore individuale…
Ogni tentativo di amare è destinato a fallire se non si cerca di sviluppare più attivamente la propria personalità, che la soddisfazione, nell’amore individuale, non può essere raggiunta senza la capacità di amare il prossimo con umiltà, fede e coraggio.
Senza queste virtù è impossibile amare veramente.
(Rif. Erich Fromm “L’arte di amare”)
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Tenere in me il fuoco della missione
“M’impegno ogni giorno a tenere vivo in me il fuoco della missione, il desiderio di portare a tutti la buona notizia di Gesù Cristo.”
(Rif. dai miei appunti del 8 febbraio 2025)
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La venuta di Gesù
“La venuta di Gesù non è stata per togliere i peccati, ma per togliere il peccato, e il peccato è quello di non conoscere con chiarezza Dio.”
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Occorre sapere cosa comunicare
“Oggi più che mai abbiamo il dovere di comunicare seguendo due semplici regole che ho imparato. negli anni:
Occorre sapere cosa si vuole comunicare e occorre ricordare sempre che chi ci ascolta esiste, non è un’astrazione.
Quindi dobbiamo impegnarci a farci comprendere con il linguaggio di chi ci sta ascoltando o leggendo.”
(Rif. dai miei appunti del 21 gennaio 2022)
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Essere nella verità
“Essere nella verità, fare la verità, significa orientare la propria esistenza a favore del bene dell’uomo, ponendo il bene dell’altro come principio assoluto della propria esistenza.
Quanti lo fanno sono in grado di ascoltare e capire la voce del Signore.”
(Rif. dai miei appunti del 23 gennaio. 2022)
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Gesù è la Parola vivente
“Con Gesù c’è la Parola vivente che è Dio.
In Gesù Cristo parla e opera la persona divina mediante Gesù Cristo.
Gesù Cristo è l’uomo che presta la bocca a Dio, e trasmette le parole di Dio, presta le sue mani a Dio, ed opera mediante le sue mani, e via via dicendo.”
(Rif. dai miei appunti del 2 novembre 2021)
Note:
Dal n°262 del Catechismo della Chiesa Cattolica:
“L’incarnazione del Figlio di Dio rivela che Dio è il Padre eterno e che il Figlio è consonstanziale al Padre, cioè che il Lui e con Lui è lo stesso unico Dio.”
… e la Parola è mobile, creativa ed efficace! (Card. G.Ravasi)
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Il vero centro dell’esperienza di fede
Il vero centro dell’esperienza di fede è l’amore di Dio e l’amore del prossimo, purificandola dall’ipocrisia del legalismo e del ritualismo.
Se l’esperienza della fede si riduce solo ad abitudini religiose allora quando la vita si presenterà con qualcosa di serio esse non potranno salvarci perché altro non sono che puri gesti messi in atto per eludere la cosa più importante: conoscere e amare la persona di Gesù Cristo, il Figlio di Dio.
Gesù stesso ci insegna che i comandamenti di Dio si riassumono nell’amare Dio e il prossimo. E questo amore non può essere solo proclamato, ma deve essere vissuto.
(Rif. Vg. Mc 7,1-13)
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Amare è fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.
Dalla Lettera Pastorale 2024-25:
“Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.”
#11_Pag.28-29 (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)
“Molto spesso Papa Francesco, parlando alle famiglie, ricorda quanto sia importante imparare a chiedere “per favore”,“scusa“, a dire “grazie“, “ti chiedo perdono“,“ti voglio bene“.
L’esortazione apostolica Amoris Laetitia è un tesoro di suggerimenti per vivere la gioia dell’amore in famiglia. Tutte le sere le coppie potrebbero ritrovarsi, in presenza o, se distanti, almeno via web, guardarsi negli occhi, ascoltarsi e pregare insieme, sciogliere nella preghiera ogni piccolo sassolino che può essersi inserito nell’ingranaggio dell’amore, dissipare ogni velo d’ombra grazie alla chiarezza e dalla luminosità di Dio.
È importante essere disponibili a offrire tutto, sacrificare ogni cosa per mantenere l’unità, la freschezza e la gioia della coppia e poi della famiglia.
Il matrimonio è la disponibilità a morire per amore dell’altro, dell’altra; Gesù dice che non c’è un amore più grande del dare la vita per i propri amici.
Lo sposo e la sposa rappresentano, l’uno per l’altro, Gesù, disponibile a morire per me. In tutti noi c’è la paura di soffrire, di morire, di essere abbandonati e, contemporaneamente, il desiderio di essere trattati con gentilezza, con attenzione, con rispetto.
Amare è fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.
Amare è dire a qualcuno: tu non morirai, sarai per sempre con me, nel mio cuore, non ti abbandonerò mai. Dio ci ama così, siamo e saremo sempre con lui e lui con noi.”
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Ringraziare Dio… Significato
Ringraziare Dio vuol dire che nessuno ti può strappare dalle Sue mani.
Signore Ti ringrazio perchè io in eterno sarò con te.
Signore Ti ringrazio perchè mi hai destinato a partecipare eternamente alla tua gloria.
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Pregare, Meditare, Contemplare… Significato
Pregare significa aprire la porta della propria mente e del proprio cuore alla grazia di Dio.
Meditare significa studiare con attenzione tutto ciò che ci è stato rivelato da Dio mediante Gesù Cristo.
Contemplare significa lasciarsi abbracciare da Dio.
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Sono le nostre decisioni la prova se abbiamo incontrato o no Cristo
E tutti quelli che lo toccavano erano guariti.
Finché l’esperienza cristiana si ferma ad essere solo un’esperienza intellettuale, informativa, teorica, questo non cambia la nostra vita.
Abbiamo bisogno di fare esperienza di Cristo e non semplicemente ragionamenti su di Lui. In questo senso i sacramenti sono un modo esperienziale di entrare in rapporto con Lui. E la nostra vita di preghiera dovrebbe sempre mirare all’esperienza e non alla semplice riflessione. Quasi mai però pensiamo al fatto che se la nostra preghiera non finisce con una decisione allora è stato solo puro esercizio teorico.
Sono le nostre decisioni la prova se abbiamo incontrato o no Cristo veramente.
Rif. Mc 6, 53-56
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Saremo giudicati solo sull’amore…
“Diceva un grande santo che alla fine della vita saremo giudicati solo sull’amore.
Ed è questa l’unica materia in cui dobbiamo farci trovare preparati.”
Rif. Lc 13, 22-30
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La vita spirituale ha bisogno di ritmi alternati.(Vg. Mc 6,30-34) Commento di Fra Stefano
Mc 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Parola del Signore
Lode a te o Cristo
COMMENTO DI FRA STEFANO:
Gli apostoli tornano dall’esperienza missionaria ed è bellissimo cogliere il cuore di Gesù verso di loro. Reduci dall’annuncio, stanchi e probabilmente carichi di emozioni, vengono invitati da Gesù a ritirarsi in disparte, a prendersi cura di sé.
Quante volte anche noi corriamo, riempiamo le nostre giornate di impegni, anche buoni e sacrosanti, dimenticandoci però di fermarci? Gesù sa che i suoi discepoli hanno bisogno di riposare, di metabolizzare l’esperienza, di ricaricarsi. Non li rimprovera per la stanchezza, anzi: li conduce lui stesso in un luogo appartato.
Ma la folla li segue. E qui c’è un passaggio meraviglioso: Gesù non si arrabbia, non si sottrae. Prova compassione. La sua compassione supera la stanchezza, trasforma la loro fatica in un momento di grazia.
La riflessione è profonda: la vita spirituale ha bisogno di ritmi alternati. Momento dell’azione e momento della contemplazione. Tempo per donare e tempo per ricevere. Spazi per gli altri e spazi per sé.
Gesù ci insegna che riposare non è un lusso, ma una necessità. Fermarsi non è un’interruzione della missione, ma parte della missione stessa. La solitudine spirituale non è fuga, ma rigenerazione.
Quante volte invece noi scaliamo l’efficienza, riempiamo ogni momento, confondiamo l’affannarci con il vivere? Il Signore ci ricorda che la qualità del nostro lavoro passa attraverso la capacità di sostare, di ascoltare, di lasciarsi guardare da Lui.
La vera rigenerazione non sta nel fare di più, ma nell’essere aperti alla sua tenerezza. Nel lasciarci raggiungere da quello sguardo che ci racconta chi siamo davvero, e noi siamo molto più delle nostre opere.
Che il Signore ci doni la sapienza di fermarci, di respirare, di ritrovare nel silenzio la sorgente della nostra energia spirituale.
50. La fecondità del matrimonio 2
Dalla Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo
GAUDIUM ET SPES
50. La fecondità del matrimonio
Tale legge divina manifesta il significato pieno dell’amore coniugale, lo protegge e lo conduce verso la sua perfezione veramente umana.
Così quando gli sposi cristiani, fidando nella divina Provvidenza e coltivando lo spirito di sacrificio (117), svolgono il loro ruolo procreatore e si assumono generosamente le loro responsabilità umane e cristiane, glorificano il Creatore e tendono alla perfezione cristiana.
Tra i coniugi che in tal modo adempiono la missione loro affidata da Dio, sono da ricordare in modo particolare quelli che, con decisione prudente e di comune accordo, accettano con grande animo anche un più grande numero di figli da educare convenientemente (118).
Il matrimonio tuttavia non è stato istituito soltanto per la procreazione; il carattere stesso di alleanza indissolubile tra persone e il bene dei figli esigono che anche il mutuo amore dei coniugi abbia le sue giuste manifestazioni, si sviluppi e arrivi a maturità. E perciò anche se la prole, molto spesso tanto vivamente desiderata, non c’è, il matrimonio perdura come comunità e comunione di tutta la vita e conserva il suo valore e la sua indissolubilità.
Fine Parte 2/2
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50. La fecondità del matrimonio 1/2
Dalla Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo
GAUDIUM ET SPES
50. La fecondità del matrimonio
Il matrimonio e l’amore coniugale sono ordinati per loro natura alla procreazione ed educazione della prole. I figli infatti sono il dono più eccellente del matrimonio e contribuiscono grandemente al bene dei genitori stessi. Dio che disse: « non è bene che l’uomo sia solo» (Gn 2,18) e «che creò all’inizio l’uomo maschio e femmina » (Mt 19,4), volendo comunicare all’uomo una speciale partecipazione nella sua opera creatrice, benedisse l’uomo e la donna, dicendo loro: «crescete e moltiplicatevi» (Gn 1,28). Di conseguenza un amore coniugale vero e ben compreso e tutta la struttura familiare che ne nasce tendono, senza trascurare gli altri fini del matrimonio, a rendere i coniugi disponibili a cooperare coraggiosamente con l’amore del Creatore e del Salvatore che attraverso di loro continuamente dilata e arricchisce la sua famiglia.
I coniugi sappiano di essere cooperatori dell’amore di Dio Creatore e quasi suoi interpreti nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla; ciò deve essere considerato come missione loro propria.
E perciò adempiranno il loro dovere con umana e cristiana responsabilità e, con docile riverenza verso Dio, di comune accordo e con sforzo comune, si formeranno un retto giudizio: tenendo conto sia del proprio bene personale che di quello dei figli, tanto di quelli nati che di quelli che si prevede nasceranno; valutando le condizioni sia materiali che spirituali della loro epoca e del loro stato di vita; e, infine, tenendo conto del bene della comunità familiare, della società temporale e della Chiesa stessa. Questo giudizio in ultima analisi lo devono formulare, davanti a Dio, gli sposi stessi. Però nella loro linea di condotta i coniugi cristiani siano consapevoli che non possono procedere a loro arbitrio, ma devono sempre essere retti da una coscienza che sia con forme alla legge divina stessa; e siano docili al magistero della Chiesa, che interpreta in modo autentico quella legge alla luce del Vangelo.
Parte. 1/2
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49. L’amore coniugale II^parte
Dalla Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo
GAUDIUM ET SPES
49. L’amore coniugale
Questo amore è espresso e sviluppato in maniera tutta particolare dall’esercizio degli atti che sono propri del matrimonio. Ne consegue che gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità sono onesti e degni; compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano ed arricchiscono vicendevolmente nella gioia e nella gratitudine gli sposi stessi. Quest’amore, ratificato da un impegno mutuo e soprattutto consacrato da un sacramento di Cristo, resta indissolubilmente fedele nella prospera e cattiva sorte, sul piano del corpo e dello spirito; di conseguenza esclude ogni adulterio e ogni divorzio. L’unità del matrimonio, confermata dal Signore, appare in maniera lampante anche dalla uguale dignità personale che bisogna riconoscere sia all’uomo che alla donna nel mutuo e pieno amore.
Per tener fede costantemente agli impegni di questa vocazione cristiana si richiede una virtù fuori del comune; è per questo che i coniugi, resi forti dalla grazia per una vita santa, coltiveranno assiduamente la fermezza dell’amore, la grandezza d’animo, lo spirito di sacrificio e li domanderanno nella loro preghiera. Ma l’autentico amore coniugale godrà più alta stima e si formerà al riguardo una sana opinione pubblica, se i coniugi cristiani danno testimonianza di fedeltà e di armonia nell’amore come anche di sollecitudine nell’educazione dei figli, e se assumono la loro responsabilità nel necessario rinnovamento culturale, psicologico e sociale a favore del matrimonio e della famiglia.
I giovani siano adeguatamente istruiti, molto meglio se in seno alla propria famiglia, sulla dignità dell’amore coniugale, sulla sua funzione e le sue espressioni; così che, formati nella stima della castità, possano ad età conveniente passare da un onesto fidanzamento alle nozze.
Fine parte. 2/2
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49. L’ amore coniugale
Dalla Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo
GAUDIUM ET SPES
49. L’amore coniugale
I fidanzati sono ripetutamente invitati dalla parola di Dio a nutrire e potenziare il loro fidanzamento con un amore casto, e gli sposi la loro unione matrimoniale con un affetto senza incrinature (115).
Anche molti nostri contemporanei annettono un grande valore al vero amore tra marito e moglie, che si manifesta in espressioni diverse a seconda dei sani costumi dei popoli e dei tempi. Proprio perché atto eminentemente umano, essendo diretto da persona a persona con un sentimento che nasce dalla volontà, quell’amore abbraccia il bene di tutta la persona; perciò ha la possibilità di arricchire di particolare dignità le espressioni del corpo e della vita psichica e di nobilitarle come elementi e segni speciali dell’amicizia coniugale.
Il Signore si è degnato di sanare, perfezionare ed elevare questo amore con uno speciale dono di grazia e carità.
Un tale amore, unendo assieme valori umani e divini, conduce gli sposi al libero e mutuo dono di se stessi, che si esprime mediante sentimenti e gesti di tenerezza e pervade tutta quanta la vita dei coniugi (116) anzi, diventa più perfetto e cresce proprio mediante il generoso suo esercizio. È ben superiore, perciò, alla pura attrattiva erotica che, egoisticamente coltivata, presto e miseramente svanisce.
Fine parte. 1/2
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L’amore di coppia e la vita in famiglia parlano della bellezza di Dio.
Dalla Lettera Pastorale 2024-25:
“Amerai, sarai felice e godrai di ogni bene, ora e nei secoli eterni.”
#10_Pag.28 (Nicolò Anselmi – Vescovo di Rimini)
L’amore di coppia e la vita in famiglia parlano della bellezza di Dio. La coppia oggi è messa a dura prova. Spesso entrambi, moglie e marito lavorano, hanno orari faticosi, tempi incalzanti. Lo stile frenetico della società rende difficile una vita di coppia tranquilla. È fondamentale che, prima di tutto, moglie e marito si prendano cura della propria armonia.
Quando arrivano i figli e la famiglia si allarga, le difficoltà e le gioie aumentano. La comunità cristiana deve tenere conto dei tempi e del desiderio di pace e riposo della famiglia. Gli orari della vita della comunità cristiana e delle celebrazioni vanno pensati con le famiglie.
Spesso la vita delle famiglie, dal lunedì al venerdì, è molto intensa;è difficile chiedere alle persone di uscire la sera, durante la settimana, in modo frequente; il sabato e la domenica sono al contrario giorni in cui più facilmente ci si può riunire.
Tutti siamo nati e viviamo all’interno di una famiglia: papà, mamma, nonni, figli, fratelli, sorelle, zii, cugini, nipoti, cognati, suoceri, nuore.
Gesù stesso è cresciuto sotto lo sguardo di san Giuseppe e della beata Vergine Maria. La famiglia è la prima palestra in cui si impara ad amare il prossimo come se stessi. Il nucleo familiare è il luogo dove l’amore fiorisce e diventa fecondo. E i nonni sono un grande dono di Dio.
Poichè Dio è amore, nella famiglia c’è una particolare presenza di Dio, e quindi, contemporaneamente, l’opera divisiva del diavolo è più intensa. Lo Spirito di Gesù è presente nella nostra vita, sempre, come pure il nemico è sempre presente nella storia delle nostre famiglie, nelle piccole tentazioni quotidiane; a noi spetta riconoscere la presenza di Dio, assecondarla e raccontarla.
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Il vero amore…
“Il vero amore necessita di una purificazione ogni giorno.
E ogni giorno dobbiamo lucidare il nostro modo di amare.”
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