“Se non vuoi essere sostituito dall’intelligenza artificiale devi allenare la creatività, l’istinto, la sensibilità e tutto quel patrimonio nascosto che fa parte della cosiddetta “intelligenza emotiva”.

(Fabrizio Cotza)

Prendo spunto per il mio articolo di oggi grazie a una domanda di un mio caro cugino che abita al nord, inviatami via sms dove mi ha chiesto un parere sul tema del lavoro.

Il mio obiettivo è ovviamente quello di rispondere con gioia al mio caro cugino e Tutti insieme poter mettere in moto il nostro pensiero in maniera positiva per una profonda riflessione anche su questo tema.

Domanda:

“Caro cugino Massimo, vorrei un tuo pensiero sul lavoro e anche sulla tua storia familiare che presenta contrasti. Sicuramente tu, insieme con papà, avete un culto per il lavoro. Non ho conosciuto Andrea. Sicuramente un concetto estraneo a Mario e direi alla maggioranza dei centro-meridionali che hanno votato in massa per il reddito di cittadinanza ovvero per il fancazzismo”.

(Per tua opportuna conoscenza Andrea era mio fratello che 22 anni fa è andato su in cielo “giovanissimo”, mentre Mario è un caro amico che per anni è stato Ragioniere al comune di Giarre).

Risposta:

Caro Cuginone,
Anzitutto Ti ringrazio per avermi chiesto un parere, ne sono lusingato e mi auguro che la mia risposta possa essere da te gradita per assolvere alla tua domanda.

È da giorni che i giornali parlano del reddito di cittadinanza, ne ho lette di tutti i colori, creando solamente confusione e trasmettendo solo negatività.

Il mio pensiero sul lavoro?

Dopo 53 anni di vita, oltre 35 di piacevole lavoro, dopo aver conosciuto centinaia e centinaia di persone in Italia, in Europa e nel Mondo e dopo aver studiato ed approfondito negli ultimi anni il tema legato a come sono fatte le persone, devo dire che il “fancazzismo” è un fenomeno che esiste ovunque e non solo nel meridione.

Bisogna però prendere il termine con le pinze ed approfondire il suo significato per renderlo costruttivo e positivo. Come ribadito più volte nei miei scritti, tutte le persone a mio avviso hanno qualcosa di buono dentro. Dipende sempre dall’educazione ricevuta, dal luogo dove sono cresciuti e quali esempi hanno avuto nella vita per sviluppare il proprio potenziale. Personalmente non guarderei solo al tema “reddito di cittadinanza” e basta, ma approfondirei il tema della cultura.

“Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri.”

(Antonio Gramsci)

Pensando in modo positivo, ritengo che dopo anni legati ad un sistema dove noi del popolo non sapevamo nulla su come funzionava il sistema politico, finalmente qualcosa inizia a cambiare. Mi viene in mente, per esempio, che per la prima volta in vita mia ho visto le scale del ministero del lavoro a Roma e quante persone lavorano grazie alla tecnologia e a qualcuno che ci ha aperto le porte.

Caro Cuginone, come tu ben m’insegni, in qualsiasi cosa che si fa o in qualsiasi azienda, il risultato lo si deve vedere almeno dopo aver fatto passare cinque anni. Quante cose non sono state fatte negli ultimi 20 anni ed quanti sono rimasti fermi a guardare o a vivere in letargo o di assistenzialismo? Quante persone invece hanno continuato a lottare e a credere su quale fosse il bene per la società, per le nuove generazioni e per se stessi, e sviluppare sogni personali ed imprenditoriali bellissimi?

Penso che siamo ad un nuovo punto di svolta epocale e siamo tutti sulla stessa linea di partenza senza alcuna distinzione di classe sociale, di ricchezza o quant’altro. Adesso è il momento giusto dove ognuno di noi potrà in tutti i sensi esserci per migliorare questo mondo che sta andando verso la trasformazione digitale e l’innovazione, ma soprattutto per poter contribuire ad aiutare anche quella gente che, ahimè, in questa trasformazione epocale, non ha la conoscenza e la cultura su moltissime tematiche, di qualsiasi genere.

Pertanto cerchiamo di essere di buon esempio per tutti, anche per i “poveri fancazzisti” che rispetto. Ognuno di noi, nel nostro campo e nel nostro ruolo, dobbiamo portare in giro il verbo della conoscenza, quella vera, quella reale che proviene da profondi sacrifici, da anni di studio, fatta di successi ed insuccessi, in linea con l’evoluzione del mercato, confidando che in molti possano ritrovare finalmente la loro consapevolezza e la loro strada, per vivere il futuro con più dignità e tanta felicità.

E’ una grandissima responsabilità che abbiamo tutti, nessuno escluso, la nuova classe imprenditoriale, le nuove generazioni, gli insegnanti, ma anche e soprattutto noi della vecchia generazione che proveniamo da quella scuola “del fare”, della condivisione, condita con un po’ di saggezza, di tanto ascolto e tanta umiltà.

Come dice il mio amico Dott. Fabio Venturi in un mondo che si evolve:

“Il tuo vero vantaggio competitivo è la cultura, non la tecnologia, e la cultura è molto più che il risultato di un lavoro o di un’iniziativa imprenditoriale. Un cambio di cultura può essere promosso solo da un’iniziativa sociale.”

(Foto di copertina di Marco Di Carlo)