Immagina quando leggi o ascolti una Lettera di San Paolo Apostolo in Chiesa o ovunque tu sia e non ci capisci nulla.

E’successo al sottoscritto.

Ma essendo un testone curioso, e adesso amante delle Scritture Sacre, ho voluto impegnarmi a sviluppare una breve esegesi biblica con l’aiuto di Joseph Ratzinger e con alcuni documenti magisteriali.

Ti invito a leggere questi versetti, prima la Lettera ai Romani, poi il mio commento, e nuovamente alla fine la stessa lettera.

Sono certo che succederà la stessa identica cosa che è successa a me, e cioè che leggendola la prima volta, o come viene letta in Chiesa e poi con un Omelia attaccata, non ho capito un bel nulla.

Mentre dopo aver fatto un approfondimento su alcuni testi importanti e sui testi magisteriali, la mia mente si è illuminata.

Potrà esserti utile per un arricchimento reciproco.

Se vuoi, per me sarà anche di alto gradimento ricevere le tue osservazioni che puoi inviarmi al mio indirizzo di posta elettronica massimo@creati.it, in massima riservatezza.

Ho preferito eliminare i commenti sul mio blog, perchè a mio avviso creano solamente confusione e si aprono discussioni che alla fine non sono utili per nessuno.

Buona lettura.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (giorno 19 ottobre 2023)
Rm 3,21-30a

Fratelli, ora, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai Profeti: giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù.
È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue, a manifestazione della sua giustizia per la remissione dei peccati passati mediante la clemenza di Dio, al fine di manifestare la sua giustizia nel tempo presente, così da risultare lui giusto e rendere giusto colui che si basa sulla fede in Gesù.
Dove dunque sta il vanto? È stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge.
Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche delle genti? Certo, anche delle genti! Poiché unico è Dio.

“Questa lettera non è stata scritta per cattolici come noi, noi siamo “ignoranti”…

Cosa sono le opere?

Ti fai la circoncisione?

Questa per esempio è un’opera, e per l’Ebreo la possiamo paragonare al battesimo. Era la loro carta di identità di appartenenza della legge.

San Paolo al contrario dice che: “quello che conta è la Fede.”

La Fede è quella nei confronti di Dio, ma questa fede nei confronti di Dio è stata spiegata, vissuta, manifestata da Gesù Cristo.

Com’è stata manifestata questa fede di Gesù in Dio?
“E’stata manifestata con la sua vita.”

Joseph Ratzinger nel libro Introduzione al Cristianesimo (edito Queriniana) dice che:
il Sangue è un sinonimo, quindi, sangue = vita.
Quando si dice “suo sangue”, quelli che sono liberi sanno che significa mediante la sua vita.
La sua vita è stata, è, e sarà, un’offerta eterna a Dio.
La sua vita è stata, è, e sarà, un continuo ascolto e messa in pratica della parola di Dio.

Questa offerta della propria vita a Dio, costituisce l’unico ed eterno sacrificio spirituale gradito a Dio.

Di seguito il testo integrale di Joseph Ratzinger su questo tema (pag.273, 274 dal Libro Introduzione al Cristianesimo):

<< L’opera espiatrice, con la quale gli uomini mirano a conciliarsi e a propiziarsi la divinità, sta al centro della storia delle religioni.

Nel Nuovo Testamento, invece, la situazione è quasi esattamente inversa.

Non è l’uomo che si accosta a Dio e gli porta un dono compensatore, ma è Dio che viene all’uomo. Per iniziativa del suo amore egli restaura il diritto leso, giustificando l’uomo colpevole mediante la sua misericordia creatrice, ridando vita a chi era morto.

La sua giustizia è grazia: è giustizia attiva, che raddrizza l’uomo incurvato, ossia lo rimette in posizione eretta, lo rende diritto.

Qui ci troviamo di fronte alla svolta portata dal cristianesimo nella storia delle religioni: il Nuovo Testamento non dice che gli uomini riappacificano Dio, come dovremmo propriamente attenderci, perché sono essi che hanno sbagliato, non Dio.

Ci dice invece che << è stato Dio a riconciliare a sè il mondo in Cristo >>
(2 Cor,5,19).

Ora, ciò è qualcosa di veramente inaudito, qualcosa di nuovo: il punto di partenza dell’esistenza cristiana e il centro della teologia neotestamentaria della croce.

Dio non aspetta che i colpevoli si facciano avanti per riconciliarsi con lui, ma va loro incontro per primo e li riconcilia a sè. In questo si mostra la vera direzione del dinamismo dell’incarnazione, della croce.

Di conseguenza, nel Nuovo Testamento la croce appare primariamente come un movimento dall’alto in basso. Essa non è la prestazione propiziatrice che l’umanità offre al Dio sdegnato, bensì l’espressione di quel folle amore di Dio, che si abbandona senza riserve all’umiliazione per redimere l’uomo; è il suo modo di avvicinarsi a noi, non viceversa.

Con questa svolta nell’idea di espiazione, dunque nell’asse del religioso in genere, anche il culto e l’intera esistenza prendono nel cristianesimo una nuova direzione.
Nell’ambito cristiano l’adorazione avviene in primo luogo nell’accoglienza riconoscente dell’azione salvifica di Dio.

La forma essenziale del culto cristiano si chiama quindi, a ragion veduta, eucaristia, cioè rendimento di grazie.

In questo culto non vengono portate avanti da Dio prestazioni umane, ma esso consiste piuttosto nell’accogliere, da parte dell’uomo, il dono che gli viene fatto; non glorifichiamo Dio offrendogli qualcosa che presumiamo nostro – quasi non fosse già da sempre suo! – bensì lasciando che egli ci doni ciò che è suo e riconoscendolo così come l’unico Signore.

Lo adoriamo smettendo di fingere di poter presentarci a lui come interlocutori autonomi, mentre in realtà possiamo esistere soltanto in lui e a partire da lui.

Il sacrificio cristiano non consiste in un dare a Dio ciò che egli non avrebbe senza di noi, bensì nel diventare completamente accoglienti e lasciarci totalmente prendere da lui.

Lasciare che Dio agisca in noi: ecco il sacrificio Cristiano. >>

Pertanto, questa offerta della propria vita a Dio, costituisce l’unico ed eterno sacrificio spirituale gradito a Dio.

Leggiamo di seguito la Lettera agli Ebrei (Cap. 10, 8-9-10):

Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, 9soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. 10Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

Quindi, venivano offerti a Dio sacrifici di animali che non servivano a nulla.

L’unico sacrificio gradito a Dio è quello di Gesù Cristo il quale ha offerto la sua vita per fare la sua volontà.

Questo sacrificio spirituale di Gesù Cristo viene “ostentato” come l’unico sacrificio di cui tutti gli esseri umani devono fare memoria.

Noi siamo stati redenti da Dio mediante Gesù Cristo.

Dio non vuole sacrifici di animali, ma vuole che ogni essere umano accolga il sacrificio di Gesù Cristo, con la certezza e la garanzia Divina che accettando la vita di Gesù e il suo sacrificio spirituale, per Grazia Divina e dopo il pentimento dei propri peccati, ottiene la purificazione della propria persona.

La redenzione è offerta da Dio agli uomini di tutta la terra.

Esiste un solo popolo eletto da Dio: “L’intera umanità”, dalla prima coppia della storia umana fino all’ultima coppia della storia umana.

In Genesi si dice che Eva “è la madre di tutti i viventi di tutti i tempi”.

Rileggiamo la Lettera:

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (giorno 19 ottobre 2023)
Rm 3,21-30a

Fratelli, ora, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai Profeti: giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù.
È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue, a manifestazione della sua giustizia per la remissione dei peccati passati mediante la clemenza di Dio, al fine di manifestare la sua giustizia nel tempo presente, così da risultare lui giusto e rendere giusto colui che si basa sulla fede in Gesù.
Dove dunque sta il vanto? È stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge.
Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche delle genti? Certo, anche delle genti! Poiché unico è Dio.

Adesso è chiara vero?

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#devifarparlarelaparoladidioconlavita
#Gesù