Domenica scorsa ho avuto la gioia di organizzare una giornata storica tra carissimi amici con l’obiettivo di rendere felici tutti i partecipanti.

Ne approfitto per ringraziare una grande donna calabrese di nome Elisa, che ha contribuito al successo della giornata con la sua affettuosa accoglienza, con le sue gustose pietanze e la sua estrema dolcezza.

Sono andato in Calabria a trovare lo Zio Pasqualino Fiumanò e la sua splendida famiglia.

Miei compagni di viaggio: Zio Gianni Caminiti, il miglior amico di Papà, e le mie figlie Duilia e Rachele.

Zio Gianni, uomo dolcissimo, storico anestesista, un medico eccellente, negli anni ’70 addormentava con amore circa 5.000 pazienti che venivano operati ogni anno all’Ospedale di Giarre, con turni di reperibilità che erano molte delle volte anche di 24 ore.

Pensando a quei numeri, 5.000 interventi all’anno, la riflessione che nasce spontanea è: “Ma quanto lavoro ha profuso lo zio Gianni insieme ai suoi colleghi e quanti sacrifici fatti e non l’ho mai sentito lamentarsi”. Ho sempre visto in lui tanto amore e tanta passione che trasmetteva ogni giorno anche grazie al suo lavoro.

Siamo partiti da Giarre ridendo e siamo arrivati a Gallico (RC) con le lacrime e le budella doloranti.

Zio Gianni, per mantenere gioioso il nostro stato d’animo in viaggio, ci ha raccontato come sempre tante storielle, tipo le marachelle che facevano con papà, con il suo amico del cuore Dott. Luigi Fiannacca al giorno d’oggi, ed un paio di episodi storici di sua suocera, nonna Santina, una donnina minuta, dolcissima, che a 99 anni è volata in cielo.

Una volta, sempre a Giarre, pioveva a dirotto e la nonnina era in macchina con lo zio e la zia Nunziatina. Talmente pioveva forte che non si vedeva nulla per strada. Lo zio, per non farla preoccupare, si fermò per qualche minuto sotto un ponte, nella speranza che la pioggia diminuisse d’intensità. La nonnina a quel punto si tranquillizzò e, con delicatezza, gli disse:

“ Meno male Gianni, scampau”.  (in Siciliano vuol dire: ha smesso di piovere)

Oppure quando sempre in auto, seduta nel sedile anteriore, aveva superato i 90 anni, appena arrivati a destinazione, disse:

“Madonna Gianni, lo vedi che non ce la faccio più, non riesco neanche a muovermi e scendere dalla macchina alla mia età”. Lo zio Gianni, sempre con dolcezza e voce pacata rispose: “Mamma se sganci la cintura vedrai che sicuramente ce la farai.”

Ricordi stupendi di una nonnina che non dimenticherò mai.

Chi è zio Pasqualino Fiumanò?

Una grande persona, un maestro di vita e di tecniche di vendita, super fraterno amico di Papà.

Si sono conosciuti con papà grazie alla loro professione, erano entrambi agenti di commercio, lavoravano ogni giorno con grande passione e professionalità e, nello stesso tempo, si divertivano un mondo, lui vendeva in Calabria e papà in Sicilia.

E’stato l’unico concessionario in Italia del marchio Pioneer (impianti hi-Fi, autoradio, Tv, ecc.ecc.), stiamo parlando di anni dal 1973 al 2000, quando la Pioneer fatturava in Italia oltre 200 miliardi di lire. Fatturati stratosferici che si sviluppavano già allora.

Tra le molteplici intermediazioni storiche, fu il professionista che creò le condizioni per un incontro tra il Presidente della Pioneer di allora Mr.Kobaiashi e Cesare Romiti, uomo dell’Avvocato Agnelli, per definire la sponsorizzazione “nel mondo” del marchio Pioneer con la Ferrari. Stiamo parlando di circa 17 miliardi di lire di allora, praticamente “bruscolini”.

Mentre eravamo a tavola a gustare le prelibatezze di Donna Elisa, zio Pasqualino ci ha ricordato qualche storiella sulle marachelle sue e di papà.

Tanti anni fa a Milano, era il 1975, in una riunione della Basf, entrambi avevano il mandato di agenzia di rappresentanza per la divisione audio e video cassette, in una pausa caffè papà gli disse:

“Compare, per stasera ho due biglietti per il teatro alla Scala di Milano”. Papà adorava la musica lirica.

Lo zio rispose dicendo: “Compare ti ringrazio, ma alla Scala ci vai tu, io me ne vado a vedere un bel film con John Wayne.”

Finita la riunione, ognuno andò per la sua strada e si sarebbero rivisti in hotel per dormire.

Apro una parentesi, alle riunioni o nei viaggi, dormivano sempre insieme. Negli hotel di lusso d’inverno, il riscaldamento era a palla e, nelle camere faceva un caldo tremendo. Zio Pasqualino che era “caudulinu” (uno che sentiva caldo) appena entrava nella stanza apriva le finestre, e per papà, che era un tipo freddoloso, era sempre una tragedia. Un giorno però, lo zio Pasqualino mentre aprì le finestre come di solito, vide papà che si accingeva ad andare a letto con un berretto di lana in testa dicendogli: “Compare tranquillo, da stasera puoi tenere aperto quanto vuoi, buonanotte.”

Tornando alla sera del teatro e del film, nell’intervallo tra il primo ed il secondo tempo, appena si accesero le luci, lo zio Pasqualino vide papà seduto nella fila anteriore. Si avvicinò e si sedette accanto a lui e gli chiese: “Compare e tu che ci fai qui?  Papà rispose: “Compare ho preferito raggiungerti e non andare a teatro, perché in queste poltrone si dorme divinamente.”

Finito il film, se ne tornarono insieme in hotel prendendo un taxi. Appena saliti sul taxi, papà subito disse al tassista: “Buonasera le presento mio Compare”. Lo zio si unì al saluto dicendo con accento calabrese:

“Piacere Fiumanò”. Il tassita rispose: “Anche mì non fumo da tre mesi”.

Per farti capire che personaggi erano…….

Infine una sera, sempre a Milano, in una cena di lavoro, quando rappresentavano il marchio Moulinex, l’importatore era il Signor Leonardo Iperti, un imprenditore Francese stupendo, allo stesso tavolo c’era un signore che a fine cena prima di salutarli disse loro: “Ecco perché la Moulinex in Sicilia e in Calabria vende tantissimo, grazie a voi due!”

Quel Signore era Oscar Farinetti, oggi patron di Eataly e Presidente di Fico Eataly word

Zio Pasqualino e papà hanno fatto storia nel settore delle agenzie di rappresentanza e delle intermediazioni commerciali. Avevano una grande passione per il loro lavoro e riuscivano a divertirsi credendo fortemente in quello che vendevano.

Da loro ho imparato tanto e li ringrazierò a vita per i loro grandi insegnamenti, perché “è dal passato che costruisci il tuo futuro”.

Simon Sinek nel suo fantastico libro “Partire dal Perché”, dice che un venditore che crede in quello che dice trasmette passione. E’questo tipo di autenticità a generare le relazioni su cui si basano tutte le migliori organizzazioni di vendita. Le relazioni a loro volta generano fiducia. E la fiducia si trasforma in fidelizzazione. Se manca questo sei sempre al punto di partenza, si è costretti a far leva su prezzo, servizio, qualità o caratteristiche del prodotto. Si torna ad essere come tutti gli altri.

Loro erano diversi e autentici e, autenticità significa dire e fare le cose in cui davvero si crede.

Se hai voglia di fare, ci riesci.

L’importante è fare quello che ti fa divertire e che ti rende libero nell’anima, per poterti svegliare al mattino sapendo che farai qualcosa che ti piace.

Ps: La foto di copertina che ho scelto oggi è stata scattata dal mio caro amico “fotografo maestro” Daniele Casalboni di Riccione, che ringrazio sentitamente, per ricordare questa eccezionale nevicata del 2018.